Illustrazione

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1946 – 1983

Dal 1946, Maraja, nel campo dell’illustrazione, è soprattutto questo: regista di una rappresentazione che penetra il senso delle storie da illustrare con una impostazione spaziale e un movimento che risultano dai modelli tratti  dalle sue esperienze con il cinema e il teatro. Dopo i primi lavori nel campo dell’illustrazione, è nel 1947 che per conto della casa editrice Caraccio di Milano ha il suo primo vero successo con il libro Le avventure di Pinocchio. Nel 1949 è possibile notare un’esplosione artistica notevole, che si concretizza tramite la collaborazione con l’editore Baldini-Castoldi di Milano, con la quale sono stampate le sue illustrazioni de:

  • Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain
  • Le avventure di Oliver Twist di Charles Dickens
  • Il piccolo Lord di F.Hodcson Burnet
  • I pattini d’argento di M.Mapes Dodge
  • Il giardino segreto di F.H.Burnet
  • Capitani coraggiosi di E.Kipling

Le illustrazioni realizzate in riferimento questi classici per ragazzi, sono caratterizzate da una sintesi tra il realismo documentaristico, che utilizza a scopo didattico, e l’invenzione di situazioni e di ambienti salgariani che richiamano il magico e l’avventuroso, non disgiunti da una innata vena umoristica tratteggiata nei personaggi.

All’inizio degli anni Cinquanta, Maraja si cimenta nell’illustrazione del primo sussidiario italiano a colori dedicato alle scuole, intitolato Il mio mondo; ma il momento cruciale di questo decennio è senza alcun dubbio il 1952, anno in cui entra a far parte degli illustratori della casa editrice Fabbri di Milano. Dino Fabbri valorizza fino in fondo la sua vocazione: con la casa editrice milanese il rapporto sarà ininterrotto fino alla morte e non è esagerato pensare che buona parte del rilancio di una editoria rinnovata sia passata attraverso la creatività di Maraja.

Nel 1952 vengono stampate:

  • I ragazzi della via Paal di F.Molnar
  • Il principe e il povero di M.Twain
  •  Il brutto anatroccolo di H.C.Andersen
  •  Piccole donne di L.M.Alcott
  •  Il padroncino di Kiki di G.Marzetti Noventa

Ma un’opera si stacca da tutte e si pone come sintesi dell’esperienza precedente: sedici tavole a tempera illustrano Il cantico di Natale di Charles Dickens: Maraja rivela qui una liberazione interpretativa densa di una teatralità particolare, la quale spinge il lettore ad un’affascinante ruolo di spettatore, a cui viene offerta la possibilità di vivere la storia tramite il susseguirsi delle tavole come se esse stesse fossero vere proprie scene interpretate su di un palco.

Continua nel 1953 con Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol. Qui Maraja propone uno stile grazie al quale le sue illustrazioni non documentano luoghi reali ma escono dal testo e fanno sognare; dalla matita di Maraja si innalza così il mondo dell’onirico e del fantastico capace di far crepitare l’immaginazione dei bambini, e di far caracollare gli adulti tra le pendici di un mondo surreale nella cui volta riecheggia la domanda Who are you?

Nello stesso periodo meritano attenzione le opere dedicate a Peter Pan  dove all’illustrazione si unisce l’intuizione poetica, grazie alla quale meravigliano i notturni insieme alla aerodinamicità e alla felicità dei voli infantili. Altra opera importante del periodo è sicuramente l’interpretazione della favola Siao Li, nella quale Maraja si cimenta nella rappresentazione del mondo cinese, del quale egli stesso non poteva che avere un’idea fiabesca ed immaginaria, ovvero l’intuizione artistica di un occidentale; il risultato è ancora una volta eccezionale, le sagome dei protagonisti sono rese dolci dalla leggerezza della tempera acquerellata e l’Estremo Oriente viene costruito tramite uno sfondo che richiama costantemente effetti di evenescenze sottili, quasi come se l’illustrazione fosse appoggiata  su fondali di seta. Fior di Pesco continua la narrazione quasi come puntata successiva.

La popolarità giunge a Maraja nel 1955 con un’edizione di Pinocchio, curata per la casa editrice Fabbri e più volte ripubblicata e tradotta in molte lingue, tra le quali l’arabo ed il russo. La straordinarietà delle illustrazioni create per questo immortale racconto, fanno di quest’edizione di Pinocchio un’opera ancor oggi ricercata dai collezionisti di tutto il mondo, i quali sono soliti apprezzare l’umorismo grottesco e senza cattiveria dei personaggi, insieme ai colori e alle forme grazie ai quali i protagonisti prendono vita e, immancabilmente, come in un vortice empatico attirano dentro al testo.

Particolarmente significative per la sua evoluzione artistica saranno, sempre per la Fabbri, Mago verde e fata nera e Il mago di Oz, entrambi del 1958. Nel suo verismo comico, che richiama Rockwell, nel suo modo di documentare e fare sorridere, Maraja si conferma è un vero maestro dalla tecnica, la quale prende vita nella raffinatezza del tratto e nella fertilissima capacità creativa.

Dagli anni 60 in poi la politica di marketing della Fratelli Fabbri è quella di immettere sul mercato prodotti di altissima qualità, i quali, in larga misura, posso essere ottenuti grazie alla collaborazione della casa editrice con il genio di Maraja; è infatti  in questo periodo che la sua creatività raggiunge livelli degni di essere annotati in una storia generale ed internazionale dell’illustrazione.

Nel 1959 Maraja illustra Alice attraverso lo specchio di L.Carrol; ci si accorge che un passaggio significativo è avvenuto dalla precedente interpretazione del 1953: Maraja rivela di avere profondamente interiorizzato la lezione dei maestri e di essere giunto, a 44 anni, ad una interpretazione totalmente personale, la quale viene quindi arricchita grazie ad un intuito artistico del tutto autonomo, il quale, nettamente visibile anche per la prima edizione francese dei Viaggi di Guillver del ‘60, porta il suo modo dell’illustrare ai massimi livelli.

Con Il giro del mondo in 80 giorni di J. Verne, edito dalla Fabbri nel 1962, Maraja ci sorprende con l’ambientazione precisa, la ricchezza dei particolari, l’attenta analisi del campo prospettico e con la vivacità dei protagonisti, così come il successivo Moby Dick, interpretato da Maraja nel 1963. Le immagini evidenziano perfezione estrema di tecnica e sensibilità altissima. L’esperienza del disegno e il fascino del bianconero sintetizzano una magia singolare.

Le fiabe musicali (Il lago dei cigniLa bella addormentataGiselleLo schiaccianociPetrushkaCoppelia) adattate per ragazzi da Shirley Goulden, diventano immagini nel 1964. Qui l’ispirazione teatrale è forte, ardite le visioni prospettiche, ingegnosa ed elaborata la scelta cromatica: le illustrazioni invadono la pagina comprimendo lo scritto con scenografica fastosità, e fanno respirare all’osservatore tutta la dinamicità e l’armonia della danza. L’anno successivo è la volta di Simbad il marinaio, il quale viene considerato dalla critica il capolavoro di Maraja per la perfezione della tecnica del disegno e per essere andato molto oltre alla lettura del testo; già dagli studi precedenti all’illustrazione vera è propria è infatti possibile notare un’interpretazione straordinariamente autonoma dell’antica leggenda persiana.

Un capitolo a parte meriterebbero le illustrazioni dedicate a I promessi sposi nel 1966; il capolavoro di Manzoni viene riscritto in vernacolo comasco da Piero Collina, e Maraja crea 38 straordinarie tavole in bianco e nero, le quali somigliano quasi ad un piano sequenza in miniatura, nel quale i protagonisti, tratteggiati con umorismo e intensità lirica, sbocciano dall’opera con uno stile straordinariamente grottesco, portando Maraja e l’amico Collina alla creazione di una vera e propria Opera d’arte a tiratura limitata.

A contatto con il mondo classico della fiaba Maraja interpreta con sicurezza, negli anni Sessanta e Settanta, le atmosfere di Esopo, di Fedro, dei Grimm e di Andersen. Particolare attenzione egli pone nell’illustrare otto Fiabe Sonore della Fabbri, ristampate più volte fino agli anni 2000.

Tra il 1970 e il 1983, anno della sua morte, si documentano attività diverse nel campo dell’illustrazione per ragazzi: lavora per mensili dell’editrice Dami di Milano per la quale illustra diverse opere legate alla mitologia greca e alle leggende; documenta con gusto l’enciclopedia Conoscere della Fabbri; per il settimanale Il Corriere dei piccoli propone tavole su animali e natura; per Fabbri e per E.D.I. di Milano, per Janus di Bergamo, per Barbera Ofiria di Firenze commenta libri di lettura e sussidiari per la scuola elementare. La sua specializzazione è richiesta per le case editrici italiane Piero Dami, Accademia, Le Stelle, Garzanti, Fabbri di Milano; per D’Anna di Firenze; per Mondadori di Verona; per Janus di Bergamo; per Noseda di Como e per altri minori.

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