Formazione

 
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 1926 – 1931 

Siamo nel 1926, Libico quattordicenne si iscrive ad una scuola d’Arte annessa al Liceo di Lugano dove per tre anni segue i corsi di ornato e plastica; qui è circondato da un ambiente accademico dove  affina tutte le abilità richieste ad un giovane artista, disegno, pittura, scultura; a sedici anni si impegna per vincere il Premio Maraini, un risultato che gli permette di ottenere una borsa di studio finanziata dalla scuola.

A sedici anni, oltre che terminare gli studi con eccellenti risultati, un fortunato incontro gli permette di cimentarsi nella decorazione degli interni di un salone, contenuto in una storico locale di Lugano; il proprietario, felicissimo delle doti di Maraja, gli affida dapprima la decorazione della facciata esterna e successivamente lo assume anche come cartellonista e caricaturista.

Nonostante queste poche testimonianze la direzione di Libico è chiara, l’arte è la sua vocazione, ed egli la esprime tramite un stile analitico che prelude alle maniere moderne; è un’arte che predilige soggetti e paesaggi oscillando tra echi romantici e futuristi.

Il desiderio di mettersi alla prova e di conoscere sempre nuove tecniche, lo porta negli anni Trenta a percorrere anche la strada dell’affresco. Suo maestro è il pittore Bonafedi di Firenze, con il quale restaura la facciata di quella che il giovane Libico soprannominò la Casa degli Stemmi,  che in realtà è un edificio del Cinquecento chiamato Locanda Stanga sul quale la mano di Maraja intervenne per rinvigorire gli antichi stemmi dipinti nello stesso periodo da Caresano e Tarilli. Questo edificio, situato a Giornico,  ora ospita il museo della valle Leventina, ed è ancora oggi possibile visitare l’antigo borgo e  la restaurazione della facciata.

Questa esperienza, seppur importante e  formante, non distoglie Maraja dalla arte pittorica, sua vera vocazione; lo stile protagonista degli anni Trenta resta il figurativo, nel quale la sicurezza acquisita appare nei ritratti, per i quali viene richiesto e apprezzato, e nei paesaggi, dove il taglio ricorda il realismo dell’800. Opere a olio dello stesso periodo permettono sicuri collegamenti con il Simbolismo, Divisionismo e Protofuturismo italiano. Quel che appare già intuibile alla fine del periodo di formazione è quindi una giovane curiosità verso i variegati stili dell’arte, ma anche un’eclettica sicurezza nell’arte pittorica, la quale lo farà maestro nel perfezionare la figura entro scene che creano suggestioni.

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