Biografia

È verso la fine del 1911 quando tra Italia e Impero ottomano scoppia quella che nel nostro paese verrà chiamata la Campagna di Libia, una guerra che si concluderà il 18 ottobre del 1912. Proprio in questi anni, il 15 aprile 1912, a Bellinzona, nasce il piccolo Libico, il cui nome, datogli dal padre Francesco, richiama a gran voce le prime avvisaglie di quel nazionalismo che farà da protagonista per buona parte della metà del secolo. Poco dopo la famiglia si sposterà a Lugano, per dare la possibilità a Francesco di continuare la sua attività di giornalista in un luogo che diventerà presto un punto di riferimento estero per la comunità italiana.

Nel bel mezzo di questo fervore Libico frequenta l’asilo, ed inizia a mostrare le prime sfaccettature del suo genio, che si concretizzano nella creazione di alcune cartoline ispirate ai feriti in guerra, nelle quali è già evidente la profondità spaziale, l’intento narrativo e la compostezza delle proporzioni. Le sue qualità vere e proprie inizieranno tuttavia a manifestarsi durante la frequentazione, tra il 1926 ed il 1929, della Scuola d’Arte annessa al Ginnasio di Lugano, periodo in cui vince il Premio Maraini per il disegno ed il Premio Bariffi per la plastica.

È invece al compimento del ventesimo anno di età che Libico decide di fare della sua arte un lavoro, fondando, nel 1932, lo studio di grafica pubblicitaria ALA, luogo nel quale vengono realizzati manifesti, cartoline, locandine e progetti per vetrine. Poco dopo si sposerà con Chiarina Colombo, insieme alla quale da alla luce il primo figlio, Marzio.

Tuttavia questi felici anni sono destinati ad avere vita breve: nel 1936 il padre Francesco viene accusato di complottare per l’irredentismo del Ticino, e la famiglia è costretta a trasferirsi a Como, città nella quale il maestro graviterà per il resto della sua vita; in questo primo periodo, siamo nel 1938, egli illustra il suo primo libro per l’infanzia, La storia di Cicc, di Alma Chiesa.

È quindi il 1940 quando Maraja inizia a lavorare a Milano collaborando con la IMA Pubblictà, per la quale, oltre a fare il grafico pubblicitario, illustra copertine di dischi, spartiti musicali e due fiabe. La collaborazione con questa nuova società milanese, risulta essere un fortunato incontro quando questa si trasforma in IMA Film, includendo Libico nel coraggioso progetto riguardante la realizzazione del primo lungometraggio a disegni animati in Europa: La Rosa di Bagdad. Il regista, Anton Gino Domeneghini, nomina Maraja capo scenografo e cartonista trasformando così il contratto con la IMA in un’occasione unica per l’arricchimento della sua arte, la quale si connota sempre più di una fantasiosa ingegnosità e di un progressivo evolversi della tecnica.

Nel 1947 ha finalmente fine il conflitto mondiale che ha lentamente sbriciolato l’Europa e la famiglia Maraja, alla quale nel 1946 si è aggiunto il piccolo Francesco, decide di trasferirsi nuovamente, questa volta a Moltrasio, un piccolo e pittoresco paese ubicato nella pace delle rive del Lago di Como. In questa nuova fase, Libico si dedica all’illustrazione, realizzando le copertine dei quaderni Pigna ed il primo Sussidiario a colori pubblicato in Italia, Il mio mondo. Di questo periodo è tuttavia fondamentale ricordare la prima forma di collaborazione con la casa editrice Fabbri, un rapporto che durerà fino alla morte di Maraja, nel 1983.

Questo importante legame darà vita ad una produzione ricchissima che porterà alla realizzazione di migliaia di illustrazioni dedicate alle più famose opere di letteratura per bambini e ragazzi, tra cui spiccano Le avventure di Pinocchio del 1955. La Fratelli Fabbri non è tuttavia l’unica società con la quale Maraja lavora; egli realizzerà infatti opere per le più importanti case editrici del tempo, tra cui ricordiamo Mondadori, Carroccio, Baldini & Castoldi,  Aristea e Conte.

Dagli anni ’60 in poi ha inizio per Maraja il periodo della consacrazione internazionale. Nel giro di vent’anni infatti, le sue illustrazioni fanno letteralmente il giro del mondo, comparendo, fra gli altri, negli Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Francia, Germania e Giappone. A testimonianza di ciò, nel 1981 Maraja riceve un invito dalla casa editrice giapponese Shogakukan, la quale, rimasta stupita dalla bellezza delle sue opere, vuole conferire un premio speciale a LimaSan, appellativo con il quale Libico è riconosciuto tra le latitudini di Tokio.

Oltre alle illustrazioni, un’altra fetta fondamentale della vita artistica di Libico riguarda l’arte pittorica, ambito nel quale si ha la vera è propria manifestazione artistica del genio di Maraja; Lui stesso soleva dire che durante la giornata, momento in cui si dedicava al lavoro dell’illustrazione, era un artigiano, mentre dopo il tramonto, ore che dedicava alla pittura da cavalletto, era un artista. In questa non meno importante fetta della sua arte è possibile notare un profondo eclettismo, una sorta di oscillazione permanete che lo porta ad essere annoverato tra i migliori interpreti del razionalismo comasco, ma anche tra i futuristi, senza dimenticare tuttavia anche una forma espressiva del tutto personale, la quale si concretizza con forme ricercate d’astrattismo e di arte figurativa.

Libico Maraja muore all’età di 71 anni, il 30 dicembre del 1983, lasciando alle generazioni successive l’affascinante compito di  condurre il filo del suo genio tra le pendici del tempo.

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